Castlevania: Circle of the Moon


Giusto qualche settimana fa, trovandomi per caso in un gamestop fuori città, trovai tra i titoli rimasti per Game Boy Advance, Castlevania: Circle of The Moon.

Conosciuto in Europa semplicemente come Castlevania, è il primo capitolo della fortunata serie ad essere approdato sulla piattaforma Game Boy Advance nel 2001 ad opera di Konami.



La versione presente in negozio era quella US, munita di confezione e manuale tenuti in buono stato, anche se la cartuccia era palesemente usata seppur spacciata per nuova, ma questa è un'altra storia...

Il titolo risulta essere una sorta di spartiacque nella serie, tra i capitoli precedenti e successivi, pubblicati, in quanto la storia narrata presenta personaggi che non trovano legami con alcuno dei personaggi conosciuti della saga, ne eventi specifici.
Un capitolo non canonico, come lo definì il suo designer, Koji Igarashi.
Che non sia un titolo come gli altri, lo si percepisce fin da subito, specie per chi conosce bene la serie.

La storia narra le gesta di Nathan Graves, un apprendista ammazzavampiri, intento a salvare il suo maestro dalle grinfie del signore del male, Dracula, risvegliato dal suo lungo sonno durante un cerimoniale orchestrato da una delle sue più fedelissime seguaci.

Il gioco inizialmente presenta ambientazioni più o meno leggere per apprendere i rudimenti di gioco e prendere confidenza con i comandi.
Quest'ultimi, non saranno particolarmente amichevoli, in quanto spesso e volentieri inducono in errori involontari nelle azioni di gioco per via della loro particolare natura.

Si può parlare di doppio colpo sulla direzione da intraprendere per far correre il personaggio, o dell'utilizzo del tasto R in combinazione con una direzione per effettuare una qualche mossa speciale.
Cosa che diventa frustrante quando il personaggio di partenza è in grado di effettuare solo una semplice e lenta camminata, ancora di più durante eventuali combattimenti con boss di gioco, in cui spesso e volentieri non si riesce ad avere la fluidità che si vorrebbe.

Qualcosa di cui a lungo andare ci si prende confidenza, ma che rimane comunque leggermente frustrante, nel complesso, e che troverà un miglioramento nei capitoli successivi della serie per Nintendo DS.

Il gameplay di gioco ricalca a grandi linee lo stile di Symphony of the Night, capitolo uscito per PSX di cui questo gioco è parecchio influenzato in vari punti, in cui si aveva un gioco a metà tra un RPG ed un platform game, presentando la possibilità per il giocatore di poter potare con se degli oggetti, salire di livello accumulando punti esperienza nei combattimenti, e realizzare combinazioni di oggetti ed armature per potenziare il proprio personaggio.

Troviamo alcune differenze in questo caso, riguardo le armi, queste ultime non saranno oggetti da raccogliere o acquistare nel gioco, in quanto il nostro personaggio sarà dotato unicamente della propria frusta, ma sarà comunque possibile entrare in dotazione di alcune varietà di spade, martelli e quant'altro, grazie ad appositi oggetti magici.

In questo capitolo viene introdotto un sistema di carte magice detto DSS, con cui il giocatore potrà entrare in possesso di nuove abilità, potenziamenti ed armi come già detto, accoppiando tra loro le carte in suo possesso, ottenibili con un pò di fortuna uccidendo i vari nemici di gioco.

Questa nuova introduzione nella serie, nonostante sia stata ben accolta dai giocatori, risulta essere un drastico taglio ad altri contenuti di gioco, in quanto come già detto, rimpiazzano buona parte delle possibili armi che si potrebbero raccogliere e che molti fan della serie si aspetterebbero di trovare.

Altra differenza con il capitolo per PSX è l'assenza di negozi di sorta dove acquistare oggetti, rimandando così la raccolta di oggetti in genere a infiniti combattimenti con i nemici di gioco, nella speranza che quest'ultimi lascino cadere a loro seguito l'oggetto desiderato, tipo una pozione o un antidoto.
Cosa che accade abbastanza raramente nel caso di oggetti curativi, e specialmente con eventuali armature e carte magiche.

Questa mancanza/differenza nel gioco, sfocia in un gameplay leggermente più difficile, in quanto il giocatore in momenti di difficoltà difficilmente potrà contare sull'utilizzo di oggetti curativi o quant'altro vista la loro rarità, oltre che a portarlo a valutare meglio le proprie mosse e salvare molto più frequentemente ad ogni minimo progresso.

Nonostante il nostro personaggio progredendo nell'avventura potrà contare su una forza in continua crescita, ciò non risulterà in ogni caso in una passeggiata per il giocatore, che si troverà di fronte ad un gioco che si evolve e progredisce di pari passo aumentandone la propria difficoltà.

Se da prima uno scenario di gioco presenta nemici semplici e banali, in un secondo momento potrebbe presentarne altri più agguerriti e cattivi, oltre che di maggiore resistenza.

I vari nemici di gioco non arriveranno subito ad essere semplici da affrontare, nemmeno dopo un certo livello di esperienza del nostro personaggio, mantenendo la difficoltà di gioco abbastanza costante e viva l'azione, senza mai annoiare il giocatore.

La loro intelligenza artificiale sarà limitata a semplici pattern d'azione, che una volta appresi, saranno un nostro validissimo alleato nei combattimenti, riuscendo così a sfuggire ed attaccare tempestivamente minimizzando i danni.

Tenendo in conto anche che il gioco presenta scenari abbastanza ampli ed alcuni raggiungibili solo attraverso lunghi percorsi, ciò incrementa anche la longevità del tutto, senza tenere in conto eventuali passaggi segreti di cui il gioco è ricco.

La grafica di gioco è l'ennesimo di una serie di punti ad essere influenzati dal capitolo Symphony of the Night, presentando spesso e volentieri gli stessi sfondi e componenti grafiche, leggermente riadattate per essere visualizzate sul piccolo schermo del Game Boy Advance.
Chi conosce il titolo per PSX, noterà molto spesso le somiglianze e le uguaglianze con qualcosa di già visto, visivamente ottimi e piacevoli all'occhio, come sempre.

L'unica cosa che mi lascia un po' deluso, è la rappresentazione grafica dei personaggi di gioco e di alcuni nemici, sia per le animazioni che per la resa grafica, che sembra essere molto limitata e castrata, ridotta drasticamente all'essenziale, forse troppo.
Non credo che la scelta sia stata fatta per motivi tecnici o di resa sullo schermo del gba, ma molto più probabilmente per un pensiero sbagliato del designer, un po' come per la questione dei comandi.
Se lui la reputava adeguata, io ci vedo un potenziale non sfruttato a dovere.

Il comparto sonoro di gioco risulta molto valido, presentando effetti sonori e colonne sonore decisamente valide e sullo stile dei titoli più recenti, della "nuova generazione" di giochi della serie.
Si avranno anche effetti sonori con le voci dei personaggi durante i vari movimenti di gioco, anche se quest'ultimi saranno sacrificati durante i dialoghi.

Il primo capitolo di Castlevania per Game Boy Advance, qui i Belmont non trovano posto...
  • Ottima longevità e livello di difficoltà costante, il gioco si adatta all'esperienza del giocatore
  • Ricco di contenuti extra e segreti, per un'esperienza di gioco prolungata
  • Contenuti molto leggeri e poco violenti, adatti anche ad un pubblico giovane

  • Comandi di gioco non troppo amichevoli
  • Grafica spesso leggermente compressa e ridotta all'essenziale
Il gioco in quegli anni fu ben accolto dalla critica del settore, ricevendo ottimi punteggi (talvolta massimi!), ed anche dai giocatori, riuscendo a vendere oltre 1 milione di copie, di cui 500.000 solo in Giappone.

I contenuti meno violenti e più soft, rispetto a quelli massivamente esoterici del capitolo per PSX, forse sono stati il motivo principale del suo successo commerciale, riuscendo a farsi apprezzare anche da un pubblico maggiore e più variegato.

Personalmente ho trovato questo titolo al quanto piacevole, seppur fuori dagli schemi ordinari al quale altri capitoli della serie mi avevano abituato.
I comandi di gioco un po' troppo spartani e la grafica talvolta leggermente sacrificata, compreso anche il riciclo di nemici sotto nomi diversi, mi fanno storcere il naso molto spesso.
Tuttavia riesce a mantenere il gameplay vivo e il livello di difficoltà costantemente alto in base all'esperienza del giocatore (anche a pochi passi dalla fine del gioco), cosa che nessun altro capitolo riesce a fare, finendo per rendersi banali dopo qualche ora di gioco.

Siamo di fronte ad un capitolo di Castlevania molto sobrio e "puro", ottimo per chiunque si affaccia per la prima volta alla serie, ed anche per chi la serie già la conosce bene.
I suoi contenuti poco esoterici e molto più vicini ad un cartone di sorta (volpi arcieri, orsi maestri di karate e via dicendo...) lo rendono anche un titolo molto apprezzabile anche da un pubblico giovane.

Lo consiglio vivamente a tutti, oltretutto è completamente compatibile con il Nintendo DS nel caso non disponiate di un Game Boy Advance!

2 commenti :

Marco Grande Arbitro ha detto...

Questo me lo sono perso.
Devo rimediare

Pix3l ha detto...

Male male u.u

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