Anche i videogiochi incontrano la crisi

Fino a Febbraio circa di quest'anno, il mercato dei videogiochi sembrava essere l'unico mercato a non soffrire la crisi, i giornali e i professionisti del settore affermavano con stupore cio', ma ora invece la musica e' cambiata.

Il mercato dei videogiochi e' ufficialmente in crisi, per la seconda volta dopo la famosa crisi del 1983, con prezzi alle stelle nei negozi che invece di scendere non fanno altro che salire inesorabilmente, e

Me ne sono reso conto negli ultimi mesi, vedendo come alcuni dei titoli da me acquistati in passato siano rincarati anche di 20 euro, indistintamente tra usati e nuovi, e senza nessuna distinzione tra giochi recenti e meno recenti.

C'e' chi da la colpa alla pirateria e chi invece facendo studi di settore, sembra trovare la sorgente di tutti i mali proprio nella fase di realizzazione del gioco stesso, costi di produzione aumentati rispetto al passato che scarsamente vengono ricoperti in fase di vendita, probabilmente anche per la pirateria.

Un discorso tanto variegato quanto intrinseco, ricchissimo di snodi e fattori cruciali che talvolta si ricollegano fra di essi, e che nell'agglomerato creano un grosso ostacolo economico che gli sviluppatori si vedono a dover affrontare ancora prima di realizzare il loro gioco, vediamo insieme di fare luce sul caso passo dopo passo.

Molti non lo sanno, ma realizzare un gioco per console porta con se dei costi, e non parlo di hardware specifici e spese di ufficio o altro, ma di costi di licenza e kit di sviluppo ufficiali, non sempre alla portata di tutti.

Nintendo ad esempio richiede a chiunque voglia sviluppare per le proprie console, dai 2.000 a 10.000 dollari per un kit di sviluppo ufficiale, esclusi i costi di licenza per la pubblicazione di un titolo e il capitale sociale minimo su cui la societa' deve contare.
Costi che tagliano fuori gran parte degli aspiranti sviluppatori dal giro, oltre che a imporre paletti Inserisci linka quelli ufficiali, imponendo standard di qualita' e contenuti di un certo tipo per essere accettati nel parco software delle proprie console, come spiegato nel sito ufficiale degli sviluppatori Nintendo.

Tutto questo per garantire prodotti di qualita', che assicurino alla console una fetta di mercato, ma che non significa assolutamente che i giochi avranno successo e che le software house non andranno in fallimento dopo la loro uscita.

Di opinione diversa, sembra essere la Sony, che fornisce gratuitamente il proprio kit di sviluppo ufficiale, nonostante anch'essa in passato abbia seguito le orme di Nintendo, vendendo propri kit di sviluppo e guadagnando sulle spalle degli sviluppatori con le licenze sui giochi.
La famosa "Licensed by" che sin dai tempi del NES siamo abituati a vedere su qualsiasi gioco uscito sul mercato.

Kit di sviluppo ufficiali decisamente piu' abbordabili come prezzo ed aperti a tutti, come il famoso Net Yaroze o il kit Linux per PS2, oltre che lo YaBasic, un ambiente di sviluppo BASIC in regalo con le demo.

Questo decreto' anche un bel successo commerciale per le console di Sony, oltre che la nascita' di numorese software house da parte di gente resa famosa per i loro sorprendenti prodotti, realizzati per l'appunto con i suoi Kit e senza alcun costo di licenza o limitazioni.

Un discorso simile puo' essere fatto anche per console come lo ZX Spectrum, che all'epoca lancio' e rese famosi tanti piccoli sviluppatori indipendenti, grazie all'accesso gratuito del proprio kit di sviluppo.
Non piu' semplici consumatori, ma anche attivi contributori del prodotto, proprio come la politica adottata da google con Android.

Una politica quella di Sony, molto flessibile rispetto a quello di Nintendo, una politica che attualmente si sta affacciando con ottima apertura verso la scena indipendente del videogioco, parlando addirittura di necessita' cruciale di questo scenario per il successo della sua nuova console PSP Vita.

Un po' come anche la Microsoft, che fornendo gratuitamente il suo kit di sviluppo XNA, ammicca compiacevole agli sviluppatori indipendenti, aprendogli le porte della sua console piu' recente, la Xbox360.
Un'apertura pero' non priva di costi, anche seppur modesti, 99 dollari all'anno per poter accedere ai propri servizi di digital delivering e pubblicazione dei giochi sul loro market online, con possibilita' per gli sviluppatori di guadangare qualche soldo dalla vendita dei propri titoli.

Un mercato molto simile a quello del mobile, con Apple Store e Android Market, a cui gli sviluppatori indipendenti possono appoggiarsi con costi piu' o meno variabili ma comunque accessibili rispetto a quanto detto per Nintendo.

Applicativi venduti per pochi soldi, alle volte a costi davvero irrisori che nonostante tutto non sembrano raccogliere consensi tra i consumatori, oltre che dare soddisfazioni ai produttori.
Un po' come ci fanno sapere gli indipendenti MadFingerGames, sviluppatori del gioco per Android Dead Trigger, che attualmente viene rilasciato in maniera del tutto gratuita per colpa della pirateria digitale.Inserisci link

Originariamente venduto per un prezzo di soli 0,79 centesimi di euro, che sembra non siano bastati ad incoraggiare nell'acquisto i consumatori, che hanno preferito scegliere copie pirata del titolo, che nonostante tutto viene ancora aggiornato e migliorato dai propri creatori con entusiasmo!

Non basta il prezzo accessibile per convincere qualcuno a valorizzare il proprio lavoro, ed oggi facendo compere in un negozio di videogames usati ne ho avuto una prova tangibile.
Una copia usata di Fifa 2003 per PS3 venduta a soli 2.90 euro e due ragazzi commentare con un "stasera me lo scarico", sono rimasto veramente di merda!

Potrei capire un dissenso per un prezzo di 30 o passa euro, ma non per una cifra del genere!
Credo che ormai sia proprio una questione di cultura piu' che di stupidita', quella di piratare il software, anche quando questo ti puo' costare meno di una tazzina di caffe' al bar.

Una cosa che fa molto riflettere questa, ma che allo stesso tempo fa capire che investire tempo e soprattutto denaro nello sviluppo di giochi a livello professionale, sia ormai una grossa perdita di tempo.
Le societa' falliscono a meno di un anno di vita, basta un titolo sbagliato e si rimane schiacciati dalle pressioni economiche di terzi come Nintendo e i suoi assurdi requisiti per la "qualita' " e licenze, con la conseguenza di limitare il campo ai soliti noti a livello mondiale.
Societa' ridotte ormai a tirare fuori sempre e solo lo stesso coniglio dal cilindro, nessuna novita' ne innovazione.

Tra pirateria e costi di produzione, ci si ritrova a sfornare un titolo il cui costo sul mercato risulta essere proibitivo per molte tasche, il che spinge molti a piratarlo e tanti altri a lasciarlo invenduto sugli scaffali, il tutto con conseguente rialzo e ribasso del prezzo.

Cambi di prezzo in ogni caso, frutto anche di speculazioni sconsiderate e che difficilmente trovano logica, provate a darmi un valido motivo per cui ad esempio un gioco come New Super Mario Bros Wii costi ancora 49.90 euro a distanza di 4 anni dalla sua uscita, lo stesso prezzo che aveva al suo debutto...

Eppure qui non si parla di una software house secondaria che deve fronteggiare spese di licenza e quant'altro, e aggiungo anche che usato nel famoso negozio di cui parlavo poco fa, l'ho pagato solo 9.99 euro.
Una bella differenza, che sinceramente mi lascia ancora piu' dubbi, ma probabilmente il vero motivo e' che il gioco risulta essere molto "appetibile" per i giocatori e quindi molti nonostante il prezzo prima o poi lo compreranno in ogni caso.

Sony e Microsoft evidentemente hanno capito che tutto questo non e' affatto normale, e che sicuramente i maggiori introiti arrivano dalla vendita di console e non da quella delle licenze, sara' per questo che hanno accolto a braccia aperte la scena indie, che sta raccogliendo molti consensi fra i consumatori.

Gruppi di sviluppatori per cui la parola "fallire" non esiste, in quanto il rischio per il loro lavoro e' nullo, specialmente in termini economici.
Nessun oneroso costo di licenza da affrontare ne di accesso ai kit di sviluppo, solo un piccolo abbonamento annuale ai servizi di digital delivering e market e piccoli guadagni per ogni singolo gioco venduto, che non faranno ricchi ma soddisfano non poco i produttori.
Oltre questo, una piccola trattenuta sulle singole vendite del gioco da parte dei gestori del maket che a lungo andare potrebbe anche soddisfare un ipotetico costo di licenza, o addirittura superarlo!

Negli ultimi anni, la scena indipendente del videogames ha visto un'impennata incredibile, una comunita' sempre piu' vasta e formata da gente talentuosa, alla stregua dei professionisti, dai giochi ben realizzati e molto appetibili per molti giocatori.

Giochi che non saranno vincolati da licenze con publisher e limitati alla sola vendita', distribuibili gratuitamente a discapito dei produttori e che di sicuro avranno piacere a vederli girare su console di vario genere, specie quelle portatili.
Sapere che il proprio gioco e' apprezzato e viene giocato ovunque e nei piu' svariati momenti della giornata, non puo' che fare piacere, ancora piu' del guadagno che potrebbe portare in tasca.

In sostanza, il mercato dei videogiochi come lo conosciamo ora, fatto di soli "professionisti del settore", probabilmente sara' destinato a subire un grosso ridimensionamento ed in futuro svanire del tutto, schiacciato dalla concorrenza indie.
Sara' un po' come tornare al passato, ai tempi in cui i videogames erano lavoro di hobbysti e venivano venduti dal produttore stesso per pochi soldi.

Questo e' piu' o meno lo scenario attuale del panorama videoludico, preparatevi a vedere grossi cambiamenti nei prossimi anni.

2 commenti :

Marco Grande Arbitro ha detto...

La situazione sta diventando davvero grave... qua veramente c'è molto da dire.
Devo dire che molti punti sono stati toccati...
solo mi facevo una riflessione.
Un mio amico mi ha detto che i giochini come Angry Bird stanno vendendo, perchè sono idee semplici low budget e guadagnano milioni.
Un gioco come LA NOIR, nonostante abbia venduto 5 milione di copie, a malapena ha ricoperto le spese di produzione...
Qua c'è un problema veramente grosso!
Io adoro Angry Bird, ma è un gioco che praticherei solamente quando sto aspettando il treno per andare a lavoro... non mi possono far sparire capolavori del genere!
Dal platform allo sparattuto (e via dicendo)... non possono sparire dalla faccia della terra!
Io la colpa la do un po a tutti... oltre alla crisi, anche alle case produrtici(ad esempio vedi lo schifo dei personaggi sbloccabili di Street Fighter IV)....
Sinceramente non sono nemmeno soddisfatto dell'ultimo E3....

Pix3l ha detto...

Di certo non spariranno, continueranno ad essere prodotti ma sotto etichetta diversa, un po' come e' successo a Tomb Raider negli ultimi anni.

Giochi come angry bird hanno successo perche' hanno il giusto rapporto qualita' prezzo, non come i titoli che si vedono ora in giro che te li porti a casa la sera e quella successiva li hai gia' finiti.

I soldi li fanno perche' la gente in media, spende piu' volentieri 1 euro che 30, e non tanto per la qualita' del prodotto, che come tu fai giustamente notare, diventa un prodotto di nicchia che alla fin fine si confina a veloci partite alla fermata del bus, ma piu' per la sua semplicita'.

Giochi che nonostante gli impegni sei in grado di giocare e che ogni volta sanno tirare fuori qualcosa di inaspettato, non sono rilegati a schemi statici e non devi spendere oltre 100 euro per acquistare una console e giocarci.

Per il resto sono rimasto deluso pure io dall'ultimo E3, titoli che ormai sono quasi piu' dei semplici aggiornamenti di qualcosa che abbiamo gia', vedi i nuovi titoli di Mario...

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