Hiroshi Yamauchi e la grande Nintendo

Il 19 Settembre 2013, ci ha lasciato un grande personaggio, nonché geniale innovatore nel mondo dei videogiochi, il signor Hiroshi Yamauchi, terzo presidente di Nintendo dai primi anni 70 sino al 2002.

Prima che Nintendo diventasse quel grande colosso del videogame che è ai giorni nostri, era una fabbrica di carte da gioco nel momento in cui Yamauchi entrò al comando.
Le sue fortunate intuizioni e l'intraprendenza sfociarono in continui colpi di fortuna per la società, che ben presto spicco il salto verso il mercato dell'intrattenimento elettronico.



Gunpey Yokoi
Passando per semplici dispositivi elettronici e giocattoli di vario genere, spinse la società sempre più verso la realizzazione di strumenti di intrattenimento videoludico, grazie anche al supporto di validi collaboratori della propria azienda, tra cui Gunpei Yokoi e Shigeru Miyamoto.
Collaboratori che si distinsero per le loro ingegnose qualità e creatività, due personaggi che sarebbero diventati presto leggende viventi del videogame mondiale.



Il vero inizio di questa era, si ebbe con un'altra ottima intuizione da parte di Yamauchi, il quale durante un viaggio in treno, notò un uomo d'affari passare il tempo pigiando tasti alla rinfusa sulla propria calcolatrice LCD, da li gli venne l'idea di realizzare qualcosa di vagamente simile ma più interattivo.
Poco dopo grazie alle conoscenze di elettronica di Yokoi, nacque il Game & Watch, un orologio ma anche un passatempo con cui ammazzare il tempo durante i vari viaggi di lavoro e quant'altro.
Manco a dirlo, fu subito un enorme successo, e non solo in Giappone!

Non passò molto tempo che Nintendo decise anche di mettersi nel campo dell'intrattenimento CoOp (Coin Operated), in seguito ad un'idea di Miyamoto e appoggiata in pieno da Yokoi, Yamauchi si convinse a vagliare anche questo nuovo lido, ben presto nacque il mitico Donkey Kong, che sancì l'entrata di Nintendo in una nuova fase dell'intrattenimento videoludico.

Nel frattempo cominciava anche l'espansione di Nintendo verso il mercato "western" con la nascita della Nintendo of America e l'arrivo sul mercato di nuovi dispositivi di gioco, come il NES e il Game Boy, ed altri titoli arcade come Mario Bros.

Yamauchi si stava dimostrando un abile imprenditore, e il suo appoggio alle ottime idee dei collaboratori stava portando l'azienda ad uno splendore mai visto prima.

Nel periodo dell'uscita del NES sul mercato, la società doveva fronteggiare la famosa crisi del mercato dei videogiochi del 1983, cosa non facile vista la diffidenza della gente verso questo tipo di intrattenimento in quel particolare momento, fu così che Nintendo decise di tornare alle origini (o quasi), proponendo il NES non come una console da videogames, ma bensì come un giocattolo.


L'idea fu ottima, e le vendite del NES decollarono, parallelamente si formava la Nintendo Research & Development 1, il più longevo team di sviluppo della casa di Kyoto.

Grazie a questo team, videro la luce alcuni dei migliori titoli per NES, tra cui Kid Icarus e Metroid, nonché anche il piccolo miracolo della Nintendo, il Game Boy, ad opera di Yokoi.
La console fu un enorme successo commerciale, come tutti gli altri prodotti usciti fino a quel momento, qualcosa di cui ancora oggi se ne parla e ci si ricorda con enorme piacere.

La naturale evoluzione dei prodotti videoludici, portò la Nintendo a sviluppare console sempre più nuove come il Super Nintendo, e talvolta anche poco appetibili, come il Virtual Boy, una console fatta uscire in fretta sul mercato per potersi concentrare sul successo dello SNES, il Nintendo 64.
Parallelamente nel corso degli anni e degli sviluppi, si concretizzava la figura di Miyamoto come game designer, con il suo continuo sfornare di idee vincenti con giochi che hanno fatto storia.

In quel periodo Yamauchi non pensava che la Virtual Boy fosse pronta per il mercato, ma aveva comunque necessità che gli sforzi del team di sviluppo si concentrassero sulla nuova N64, imponendo talvolta ritmi e metodologie di lavoro poco piacevoli, sacrificando anche la propria immagine agli occhi dei dipendenti.


Il prototipo Sony Nintendo Playstation
Il tutto trova un suo perché in una vicenda abbastanza recente agli sviluppi del Virtual Boy, quando Yamauchi stava vagliando la possibilità di una periferica aggiuntiva per lo SNES, una sorta di lettore CD.
All'epoca, uno dei maggiori produttori di elettronica in genere era la Sony, la quale però pretendeva da un vecchio contratto di collaborazione, l'esclusività dei guadagni e dei diritti su qualsiasi prodotto sviluppato per sfruttare la sua tecnologia CD-Rom.

Per Yamauchi la cosa era inaccettabile e oltretutto pensava che i lettori CD dell'epoca fossero addirittura troppo lenti per un eventuale passaggio futuro all'era del 3D, ma era comunque deciso a voler offrire allo SNES un supporto CD.
Con un annuncio inaspettato, Nintendo annunciò la fine di ogni collaborazione con Sony, e l'inizio di una collaborazione con la Philips per la produzione della periferica CD-Rom, che comunque non andò a buon fine e concesse a Philips l'utilizzo di proprietà intellettuali di Nintendo per un tempo limitato, dando vita a vari spin-off di Zelda e titoli originali come Hotel Mario.

Nel periodo dello sviluppo del N64, Yamauchi continuava ad essere convinto che il supporto CD non era abbastanza performante per un eventuale console, così decise di optare ancora una volta per il supporto cartuccia.
Scelta molto azzardata, in quanto parallelamente la Sony decise di sviluppare una propria console di nuova generazione con supporto CD (la playstation), supporto ottico decisamente più conveniente in produzione di una cartuccia.

Questa scelta costò a Nintendo varie grane da parte degli sviluppatori, i quali oltre a lamentarsi per i costi di produzione, si lamentavano anche delle limitazioni di memoria del supporto stesso rispetto al CD, oltre che varie beghe relative allo sviluppo per la console stessa, reputato troppo complicato.
Scelte difese a gran voce da Yamauchi, che non accettò critiche da nessuno, tanto da arrivare sino all'allontanare la compagnia "amica" storica di sempre, Square Soft, che successivamente decise di concentrare i prossimi sviluppi sulla console nemica, la Playstation.

Un presunto screenshot di Final Fantasy 64
Con questa scelta e imposizione agli sviluppatori da parte di Yamauchi, Nintendo perse l'occasione di fare nuovamente il botto, vedendosi sfuggire titoli campioni d'incasso fra le mani.
Per la prima volta dopo una scia di successi, una console di Nintendo non stava ottenendo i risultati commerciali sperati, ma questo non scoraggiò Yamauchi dal presentare sul mercato un'altra creatura!

Vide la luce l'evoluzione naturale del Game Boy, da prima passato per il Pocket, ora al Color.
Il Game Boy Color fu l'oggetto del desiderio di molti teenager e videogamer di vecchia data dell'epoca, qualcosa che tutti aspettavano con ansia da tempo immemore ma che Nintendo non accennava nemmeno.

La console ebbe un successo commerciale incredibile, quasi pari a quello del NES, complice anche il suo parco titoli che nel tempo si compose di tanti remake di classici del passato, e la compatibilità con tutte le precedenti cartucce per il vecchio Game Boy.
Si sancì anche il ritorno di Square Soft su Nintendo, con l'arrivo di alcuni spin-off della serie Dragon Warrior e remake.
Questa console aiutò Nintendo a tenersi a galla dalla batosta presa con l'N64, ma un nuovo tuffo nel vuoto era dietro l'angolo.

Si stava già pensando alla generazione successiva di console, all'orizzonte si vedeva il promettente Nintendo Dolphin, successivamente ribattezzato Game Cube.
La console avrebbe offerto ai giocatori un'esperienza di gioco unica, con una grafica nettamente superiore a qualsiasi avversaria in commercio, ma per qualche scelta tecnica limitante agli occhi degli acquirenti, la console fu un mezzo flop.

Se molti avevano acquistato un Game Boy Color per la retro compatibilità con i vecchi giochi acquistati per la console precedente, molti giocatori dell'epoca, felici possessori di una Playstation, videro nella rivale del Game Cube, la Playstation 2, una scelta obbligata e meno dispendiosa, oltre che conveniente con l'aggiunta di un lettore DVD.

Yamauchi voleva che la console fosse intesa e utilizzata solo per il gioco, e che oltre tutto avesse il minor prezzo possibile, perché a suo dire i giocatori non avrebbero giocato con la console in se, ma con i titoli offerti per essa.
Motivazioni sensate e apprezzabili da un certo punto di vista, ma non abbastanza ragionevoli per i compratori a quanto pare.

Successivamente a questo ennesimo flop commerciale, Yamauchi decise di fare un passo indietro e "togliersi dai giochi", lasciando il posto a presidente della Nintendo a Satoru Iwata, ex programmatore degli HAL Laboratory.
Nonostante ciò però, rimase uno dei maggiori azionisti della società, potendo così anche godere dei futuri successi commerciali della Nintendo, come il Nintendo DS e la Wii.

Yamauchi si spense all'età di 89 anni, il 19 Settembre 2013, in ospedale, in seguito a complicazioni dovute a una polmonite.
Con lui se ne va uno dei più grandi innovatori e imprenditori che il mondo dei videogiochi abbia mai conosciuto.


2 commenti :

Marco Grande Arbitro ha detto...

Una grandissima perdita, che ci porteremo sempre con noi

Pix3l ha detto...

Oltre quello, ora abbiamo uno spartiacque con una generazione (che a sua volta ne include alcune) d'oro dei videogames, e la generazione presente, insipida...
Mi chiedo se con lui le cose sarebbero andate diversamente in Nintendo

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